MARTEDI’ 22 OTTOBRE 2013
Senza troppe pretese o velleità stilistiche, Dustin Hoffman si lascia cullare dagli interpreti di questa bellissima e commovente storia che a sua volta prende spunto da un documentario del 1984 di Daniel Schmid, intitolato “Il bacio di Tosca”, che raccontava di come il grande compositore italiano avesse fondato (nel lontano 1896) a Milano una casa di riposo ed accoglienza per musicisti e cantanti anziani che non avevano avuto troppa fortuna nella vita o non erano stati in grado di salvaguardare il loro denaro per assicurarsi un dignitoso ‘terzo atto’.
Una sontuosa dimora georgiana, isolata in un magnifico parco del Buckinghamshire, ospita Beecham House, casa di riposo per musicisti e cantanti. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della nascita di Giuseppe Verdi (che cade proprio il 10 Ottobre e di cui quest’anno festeggiamo il bicentenario, n.d.c.), gli ospiti organizzano un galà e si esibiscono di fronte ad un pubblico pagante per sostenere Beecham e scongiurarne la chiusura. Ma ecco che la routine di alcuni ospiti, Reginald (Tom Courtenay), Wilfred (Bill Connolly) e Cecily (Pauline Collins) viene sconvolta dall’arrivo a pensione di Jean Horton (Maggie Smith), elemento mancante e artista di punta del loro leggendario quartetto, nonché ex moglie di Reginald. Ai 4 artisti, di cui si ricorda uno storico Rigoletto, viene richiesto di esibirsi di nuovo insieme nel famoso concertato “Bella figlia dell’amore”. Dodici erano state le chiamate in scena quando Jean (Gilda), soprano, Reginald (il Duca), tenore, Will (Rigoletto), baritono, Cissy (Maddalena), contralto, avevano cantato insieme lo stupefacente quartetto del terzo atto dell’opera verdiana. Il problema è che Reginald non ha mai perdonato a Jean di averlo abbandonato dopo nove ore di matrimonio, per inseguire la carriera e altri mariti; Will esorcizza la vecchiaia con la mania del sesso; Cissy sta scivolando nella demenza e Jean teme di distruggere la sua fama di indimenticata Gilda. La vita li ha separati, ma la musica, la voglia di rimettersi alla prova, li riunisce …
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Ricordi di vita espressi con dignitosa verità, esaltano la vita vissuta da persone che, hanno, ancora tanta voglia di vivere nella realtà, della precarietà dell’esistenza.